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La mia carriera motociclistica comincio' nel 1968 con una malandata Vespa 50
comprata d'occasione: il classico bidone! Tanto che, quando ce la rubarono, provai un senso di sollievo. Dopo fu la volta della MotoBi 125 Sport Special. La acquistammo dopo un'approfondita valutazione dei vari
modelli di 125 cc. E' stata la mia bestia nera: 3 incidenti seri in meno di 2 anni ed un numero imprecisabile di cadute e scivolate!! Ed arriviamo alla Benelli/MotoBi 250 Sport Special
del 1971 (esteticamente identica alla sorella minore di 125 cc, salvo per il colore del fregio giallo sul serbatoio: sulla 125 cc era rosso). Le sue qualita' migliori erano la leggerezza (solo 106 kg!) l'accelerazione, l' affidabilita', la possibilita' di facile elaborazione del motore grazie ai pezzi speciali che Primo Zanzani preparava per le moto da corsa del campionato italiano velocita'; ma anche con la semplice sostituzione della marmitta con un tromboncino aperto, la 250 SS cambiava decisamente carattere guadagnando qualche cavallo.
1973: arriviamo alla Laverda 750 SF
che acquistammo, usata, in societa' con mio fratello (di nascosto da nostro padre). Ci duro' solo una settimana perche' nostro padre, scoperto l'acquisto, ci obbligo' a darla indietro a chi ce l'aveva venduta. Nel 1976 acquistammo una
Laverda 500, questa volta col consenso di nostro padre. Questa mi deluse molto come prestazioni. Non superava i 170 km/h (di strumento), consumava da matti (mai meglio di 11 km/l circa), e la batteria era
sottodimensionata all'impianto elettrico. Poi è arrivato il mio matrimonio, le figlie e conseguente sospensione dell'attività motociclistica. Così, dovetti aspettare 14 anni circa prima di comprare un'altra moto.
Comprai una Suzuki GS850G, 4 cilindri raffreddati ad aria e trasmissione finale a cardano: la mia prima moto jap!! Consumava poco, non vibrava, era veloce (circa 200 km/h), economica anche di manutenzione.
Unico neo il peso di circa 260 kg. Purtroppo con questa ho avuto un incidente provocato da una signora che non mi diede la precedenza. 10 anni dopo acquistai un'altra Suzuki: la GSX 1100 F, un fenomeno!!
Aveva lo stesso motore della R, pero' tarata per privilegiare il tiro ai medi regimi: a 80 km/h, anche in quinta (non aveva la sesta), potevi spalancare i carburatori e la moto partiva come una palla di cannone.
Nel 2002 acquistai la Honda CBR 1100 XX:
la moto migliore e più versatile che abbia avuto. Con questa ho fatto tanti viaggi, sempre con grande soddisfazione. Uno per tutti: l'Oktoberfest del 2005 fatto sotto la pioggia, dall'andata fino al ritorno ma, nonostante ciò, lo ricordo con piacere.
E' arrivata, poi, l'era della BMW GS 1200 Adv
che, viste le limitazioni del codice della strada penalizzanti per un utilizzo "allegro" della XX, era quella più adatta alle mie "esigenze" motociclistiche, orientate a viaggi piuttosto lunghi, almeno per me. Inoltre la sua comodità, data dalle sospensioni con un'escursione di ben 210mm, era ciò che ci voleva per i miei dolori lombari. Anche con questa ho fatto tanti viaggi, anche impegnativi. Indimenticabili quelli ad Istanbul. L'affidabilità, però, non è stata all'altezza delle aspettative.
Siamo quindi arrivati alla situazione attuale che mi vede felice utente di una Honda VFR 1200 DCT
(quella col cambio automatico sequenziale, per intenderci). Un concentrato di tecnologia! Il cambio automatico si è rivalato molto appagante e comodo, anche in vari contesti, avendo due mappature: normale e sport. Oltre a quella sequenziale, attuata con due pulsanti sul manubrio sinistro. |